Critica politica:attenzione perché il diritto di critica è soggetto a limiti oltre i quali può diventare diffamazione
Il caso e la sentenza
Con sentenza n.11767 del 12/04/2022 la Suprema Corte di Cassazione, sez. III civile, ha stabilito che: Il diritto di critica politica consente l’uso di toni aspri e di disapprovazione anche pungenti, purché sempre nel rispetto della continenza, da intendere come correttezza formale e non superamento dei limiti di quanto strettamente necessario al pubblico interesse; trascende, infatti, i limiti del diritto di critica l’aggressione del contraddittore, sebbene compiuta in clima di accesa polemica, risoltasi nell’accusa di perpetrazione di veri e propri delitti o comunque di condotte infamanti, in rapporto alla dimensione personale, sociale o professionale del destinatario
La fattispecie è relativa alla richiesta di risarcimento dei danni avanzata dal sindaco di un comune nei confronti di un cittadino, a causa dell’affissione da parte di quest’ultimo di un manifesto murale lesivo dell’onore e della dignità del politico: nel manifesto, infatti, il sindaco veniva accostato a Satana per il degrado nel quale versava il cimitero.
Il manifesto in questione […] era del seguente contenuto: “Un sindaco che non ha nessun rispetto per i defunti è una persona che non merita il rispetto della cittadinanza. I defunti (OMISSIS) vengono tumulati in loculi di fortuna, ricavati abusivamente nei sottoscala delle cappelle cimiteriali. Inadeguati, malfatti, umidi e soggetti ad allagamenti nelle giornate piovose, suscitando l’ira anche di coloro che, chiamati a Dio, dovrebbero “riposare in pace”. Questa è un’amministrazione comunale che, con la colposa complicità di una classe dirigente incapace e indolente, ha trasformato un luogo sacro in una landa incolta, disordinata e mal curata. Questa è un’amministrazione mefistofelica, tutta protesa a far sprofondare (OMISSIS) negli abissi più degradati del loro inferno. VADE RETRO SATANA. Per le famiglie dei defunti. I.M.”.