Cyberwar e la possibile risposta collettiva della Nato

Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una guerra tradizionale ed a una cyberwar che potrebbe innescare una risposta collettiva della Nato.

Il segretario generale della NATO  Stoltenberg ha affermato al Consiglio Atlantico che “attacchi informatici sempre più sofisticati ai suoi membri potrebbero innescare una risposta dell’alleanza”.

Ha aggiunto che la Nato considera il cyber “come un dominio militare operativo” come si trattasse  di un assalto militare terrestre, aereo o marittimo, al quale potrebbe conseguire una risposta collettiva basata sull’articolo 5 della NATO.

cyberwar

Art. 5 del Trattato istitutivo della Nato

L’art. 5 testualmente stabilisce:

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.”

Il principio della difesa collettiva 

Tale principio è al centro del trattato istitutivo della NATO.

E’ un principio unico e duraturo che lega  i suoi membri, impegnandoli a proteggersi a vicenda e stabilendo uno spirito di solidarietà all’interno dell’Alleanza.

In base a tale principio un attacco contro un alleato è considerato come un attacco contro tutti gli alleati.

La NATO ha invocato l’articolo 5 per la prima volta nella sua storia dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre  contro gli Stati Uniti ed ha adottato misure di difesa collettiva in diverse occasioni, anche in risposta alla situazione in Siria e all’invasione russa dell’Ucraina.

A seguito dell’invasione non provocata dell’Ucraina da parte della Russia –la NATO sta adottando ulteriori misure per rafforzare ulteriormente la deterrenza e la difesa in tutta l’Alleanza.

Cyberwar : un attacco informatico contro un paese appartenente alla Nato può ritenersi un attacco militare?

Per far scattare l’articolo 5 del trattato Nato e quindi la difesa collettiva l’attacco informatico dovrebbe essere distruttivo al pari di un attacco militare. Occorre considerare il principio di proporzionalità e la certezza dell’origine e appartenenza ad un paese individuato dell’attacco.

Il primo caso  al mondo in  cui un paese ha reagito ad un attacco hacker utilizzando le forze armate è stato durante lo scontro tra Hamas ed Israele nel 2019.

Infatti, a seguito di un massiccio attacco informatico subito, l’esercito israeliano ha colpito militarmente attraverso raid aerei obiettivi di Hamas, tra i quali infrastrutture informatiche e tecnologiche.

La cyberwar potrebbe aprire nuovi scenari.

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