L’avvocata che arriva con un leggero ritardo in udienza da remoto, in quanto impegnato in un altro procedimento, viene chiamata maleducata
E’ quanto accaduto ad una avvocata che interveniva presso la sesta sezione della Commissione tributaria provinciale di Napoli. Il rimprovero, abbastanza incisivo, sarebbe stato rivolto durante l’udienza davanti ai giudici tributari dal Presidente della predetta commissione. L’ora di inizio sarebbe stata prevista per le 9. Il collegamento da remoto, tuttavia, si riusciva a stabilire alle 9.43 con la presenza di entrambe le parti. La collega in co-difesa con l’Avvocata che sarebbe stata redarguita, atteso il ritardo della stessa chiedeva un rinvio, che veniva rifiutato. Ma ecco che la collega si collegava alle ore 9.50. Come riportato dall’interessata, sarebbe lei stessa più volte appellata come “maleducata e scorretta” a causa del ritardo intervenuto nell’attivazione del collegamento da remoto.
Sono ancora tutte da accertare le dinamiche, che, qualora fossero confermate, aprirebbero un grande dibattito su quanto spesso l’Avvocato, completamente assorbito dai meccanismi frenetici e alle volte confusionali della giustizia, sempre travolti dagli impegni e le incombenze che si accavallano di sovente, vittima infine degli aggravi prodotti da due anni di pandemia, sia anche spesso mortificato ingiustamente, pur ricoprendo un ruolo dall’altissima importanza civile e sociale, nonché morale.