Se il dentista crea problemi con l’impianto dentale eseguito deve risarcire il paziente e in che misura?
Responsabilità medica del dentista: spetta al paziente, che lamenta un danno connesso al lavoro svolto dal medico, dimostrare il nesso di causa tra intervento del medico stesso e conseguenze lamentate.
I fatti giudiziali
Una donna porta in tribunale un dentista, sostenendo che le conseguenze di un intervento d’implantologia eseguito dal medico, le avessero provocato problematiche infettive e infiammatorie, che il dentista avrebbe provato a risolvere con un secondo intervento, ma tuttavia non riuscendoci, avrebbe poi proceduto alla dell’impianto.
Il giudizio instaurato, finalizzato all’ottenimento del risarcimento dei danni tuttavia, non va come sperato dalla paziente, in quanto, dopo che il giudice aveva stabilito la necessità di una consulenza tecnica sull’operato del dentista, ritiene non raggiunta la prova, sottolineando che l’onere della stessa sia gravante sulla richiedente. La decisione viene inoltre confermata dalla Corte di Appello.
Si può chiedere il risarcimento ad un dentista per un impianto che da problemi?
A questo punto la paziente ricorre in Cassazione lamentando sia la mal interpretazione delle prove, sia l’omissione di una serie di circostanze allegate nel corso dei giudizi di merito e ritenute insufficienti a dimostrare il nesso in base alle regola del “più probabile che non.”
Onere del paziente dimostrare il nesso di causa?
La Cassazione, con l’ordinanza n. 42104/2021, dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando che la Corte di Appello ha applicato correttamente il principio secondo cui “Nei giudizi di risarcimento del danno da responsabilità medica, è onere del paziente dimostrare l’esistenza del nesso di causale, provando che la condotta del sanitario è stata, secondo il criterio del – più probabile che non – causa del danno, sicché, ove la stessa sia rimasta assolutamente incerta, la domanda deve essere rigettata.”