Estradizione e Guerra: esclusa l’estradizione in Russia o Ucraina

Estradizione e Guerra: il rischio di trattamenti inumani impedisce l’estradizione in Russia o in Ucraina in questo momento storico 

L’estradizione e la guerra

L’estradizione è una forma di collaborazione giudiziaria tra Stati e consiste nella consegna da parte di uno Stato di un soggetto rifugiato nel suo territorio, ad un altro Stato, perché venga sottoposto al processo penale (“estradizione processuale”) o all’esecuzione della pena se già condannato (“estradizione esecutiva”).

L’estradizione è “attiva” quando uno Stato richiede a un altro Stato la consegna di un individuo imputato o condannato nel proprio territorio.

È passiva quando lo Stato “ospitante” riceve la richiesta di consegna del soggetto imputato o condannato, avanzata da un altro Stato.

Ma cosa accade se l’estradizione comporta la consegna dell’imputato o condannato ad uno Stato che si trova coinvolto in ina guerra come la Russia o l’Ucraina?

La Cassazione si è recentemente occupata di ciò.

La sentenza

Con sentenza n. 10656 del 01/03/2022 la Suprema Corte di Cassazione, sez. VI penale, ha accolto il ricorso di una cittadina russa, negando l’estradizione per il rischio di trattamenti inumani e degradanti, atteso il particolare periodo caratterizzato dalla guerra in Ucrania

Secondo la Corte “In questo momento storico, è da escludere l’estradizione in Russia, per il rischio di trattamenti inumani e degradanti. Difatti, data la situazione di drammatica escalation della guerra in Ucraina, è più che mai opportuno avere notizie personalizzate e stringenti sul tipo di trattamento al quale sarà sottoposta la persona, oggetto di un mandato di cattura, della quale il governo della confederazione russa chiede la consegna.”

La Cassazione ha quindi accolto il ricorso di una cittadina russa ex agente del Kgb, contro la decisione della Corte d’Appello di estradarla senza il suo consenso.

“Nel caso di specie, per l’imputata la richiesta di estradizione era “mascherata”, in quanto nascondeva un intento punitivo e ragioni politiche, a causa di un’indagine fatta dall’ex membro dei servizi di sicurezza russi, relativa alla illecita distribuzione nel territorio russo, supportata da alte autorità locali, di un farmaco anestetico.”