Spese per il funerale: non sempre l’IVA è al 10%

L’aliquota IVA per le spese funeriarie cambia in relazione al servizio richiesto e non sempre si applica al 10%

Nel caso in cui si debba, purtroppo, affrontare la spesa di un funerale, occorre distinguere tra i servizi ed i beni offerti dalle imprese del settore, poichè a tali beni e servizi è applicabile l’aliquota IVA al 22% oppure quella al 10%.

Al corrispettivo da versare per il servizio funebre vero e proprio si applica l’aliquota al 22%. Rientrano tra questa fattispecie, tra gli altri: acquisto bara, noleggio vettura, pagamento incaricati del trasporto della salma e lapide di marmo.

Nel caso invece di acquisto di opere adibite a sepoltura, l’aliquota da applicare è quella del 10%.

Difatti, i manufatti per sepoltura (loculi, tombe e cappelle), ceduti dalla ditta che li ha costruiti, rientrano fra le opere di urbanizzazione soggette all’aliquota ridotta del 10% (n. 127-quinquies, della Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/1972).

Invece, la cessione di lapidi a se stanti, cioè non inglobate in un manufatto per sepoltura, non può essere invece ricondotta a tale fattispecie (come, peraltro, anche i lavori di restauro eseguiti su lapidi già realizzate) ed è, di conseguenza, soggetta all’imposta nella misura ordinaria (risoluzione 111/E del 2006). Pertanto, la commercializzazione di lapidi va assoggettata all’aliquota Iva ordinaria (attualmente al 22%), così come gli eventuali relativi lavori di riparazione, ristrutturazione, restauro o rinnovamento.