Telefonate mute: che cosa sono e perché si ricevono

Telefonate mute: il Garante per la protezione dei dati personali spiega cosa sono ed interviene per la disciplina

Questione

È capitato a tutti di ricevere telefonate e di non sentire dall’altra parte alcun interlocutore.

Si tratta di telefonate di breve durata, di alcuni secondi, ma che possono ripetersi più volte nell’arco della stessa settimana ed essere comunque fastidiose, anche, oltre a costituire un disturbo, lasciano sempre il dubbio su chi possa essere a chiamare.

La spiegazione viene data dal Garante per la protezione dei dati personali nella sezione FAQ del suo sito ufficiale.

Si tratta di chiamate effettuate dai call center con finalità commerciali ma la persona che viene contattata non viene messa in comunicazione con l’operatore del call center.

Ciò accade perché i sistemi automatizzati, per evitare che i dipendenti rimangano inattivi, effettuano più chiamate rispetto all’effettivo numero di operatori disponibili, perciò la telefonata resta “muta”.

L’intervento del Garante

Il Garante per la privacy è intervenuto a seguito delle molteplici segnalazioni dei consumatori, i quali lamentano che le telefonate “mute” possono generare ansia, allarme e preoccupazione perché si può ritenere che siano finalizzate a controlli indebiti, molestie, stalking o verifiche di malintenzionati.

Il Garante pertanto, è intervenuto stabilendo che l’utente non possa essere messo in attesa silenziosa.

Il sistema quindi, dovrà generare dei rumori ambientali (“comfort noise”) come voci di sottofondo o squilli di telefono che consentono al ricevente di percepire un ambiente lavorativo, in modo da escludere ipotesi di molestie.

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Inoltre, il Garante ha fissato dei limiti ben precisi: non più di 3 telefonate “mute” ogni 100 “a buon fine”; interruzione della chiamata muta dopo 3 secondi dalla risposta dell’utente; divieto di richiamare la stessa utenza per almeno cinque giorni.

Anche i dati relativi ai report statistici delle telefonate mute dovranno essere conservati per almeno due anni.