Motivazione del giudice: l’estinzione del reato urbanistico per sanatoria deve essere motivata dal giudice
Questione
Sia in materia civile che in materia penale le sentenze pronunciate dal Giudice devono sempre essere motivate.
L’assenza o la a carenza di motivazione del giudice espongono la decisione, quindi la sentenza, ad impugnazione.
Ciò è ancora più certo quando la sentenza venga pronunciata in ambito penale, determinando l’ingiusta condanna o assoluzione di un soggetto imputato di reato.
Anche in materia urbanistica, in caso di reato, non potrà essere ignorata la decisione non sufficientemente motivata di non doversi procedere.
La sentenza
Con sentenza n. 42525 del 14 novembre 2008 la Suprema Corte di Cassazione, Sez. III penale, ha disposto che: Ai fini della declaratoria di estinzione del reato urbanistico per sanatoria non può considerarsi sufficiente il mero riferimento alla testimonianza del tecnico comunale, senza peraltro l’indicazione del contenuto di tale testimonianza e, quindi, senza l’enunciazione degli elementi in base ai quali il tecnico aveva ritenuto legittima la sanatoria, tanto più qualora trattasi di opinioni espresse da soggetto facente parte dell’ufficio che ha rilasciato il permesso in sanatoria e allorquando nella contestazione si era specificato che l’opera non era sanabile perché in contrasto con gli strumenti urbanistici.
È quindi doveroso da parte del giudice indicare le ragioni per le quali il contrasto indicato dal pubblico ministero sia in realtà insussistente
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Nel caso di specie, il ricorso è stato proposto dal Procuratore della Repubblica in relazione al reato previsto e punito dall’art. 44 lettera B) dpr 380/01 perché l’imputato, senza essere in possesso del prescritto permesso di costruire o di altro titolo abilitativo, eseguiva lavori di realizzazione di un manufatto di cemento armato e tamponatura in blocchetti di cemento.