Guardare porno su internet può essere reato

La visione, il download e la conservazione di filmati porno sul proprio pc può costituire reato

Ci si chiede spesso se guardare o scaricare video porno sul proprio computer possa costituire una condotta penalmente sanzionabile.

Nel nostro Paese, come nella maggior parte dei Paesi del mondo, tale condotta è pienamente lecita e non penalmente sanzionabile.

Attenzione però: in alcuni casi possono essere violate le normative relative alla privacy (nel caso di diffusione di immagini amatoriali che possano ritrarre volti di persone o, comunque, particolari tali da rendere identificabile una persona) oppure le normative sul diritto di autore (i film porno creati da professionisti, al pari di qualsiasi altro film, potrebbero essere coperti da diritto di autore).

LEGGI ANCHE Pornografia minorile: la detenzione di foto nel telefono cellulare

Fattispecie diversa è la pedopornografia, ossia il materiale pornografico che ritrae minori. In questo caso, se ci si imbatte casualmente in questo tipo di siti, è bene scollegare la connessione immediatamente ed avvertire la polizia postale.

In Italia tutto ciò che concerne la pedopornografia è reato

Secondo la legge italiana, è penamente perseguibile chi organizza spettacoli pornografici con minori di diciotto anni, nonchè chi divulga o diffonde o cede ad altri, anche a titolo gratuito, siffatto materiale.

Secondo l’art. 600 ter cod. pen. per pornografia minorile si intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali.

LEGGI ANCHE Revenge porn: quando anche un click distrugge una persona

E’ inoltre qualificato come reato la semplice detenzione o conservazione di materiale pedopornografico, a prescindere dalla sua diffusione o divulgazione, con previsione di un’aggravante che si riferisce alla detenzione di “ingente quantità“.

Per quanto riguarda la condotta della “conservazione”, integra reato anche la semplice collocazione di questo materiale si cartelle inutilizzate o, addirittura, collocato nel “cestinto”.

LEGGI ANCHE: Sexting: definizione, implicazioni e conseguenze legali

A tal proposito, la Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi sul punto, ha statuito che “integra il delitto di detenzione di materiale pedopornografico la cancellazione di “files” pedopornografici, “scaricati” da internet, mediante l’allocazione nel “cestino” del sistema operativo del personal computer, in quanto gli stessi restano comunque disponibili mediante la semplice riattivazione dell’accesso al “file”, mentre solo per i “files” definitivamente cancellati può dirsi cessata la disponibilità e, quindi, la detenzione“. (Cass. pen. n. 24345/2015).