Omicidio di Vetralla: il Garante della Privacy chiede discrezione

Il Garante della Privacy ha emanato un comunicato con il quale chiede di omettere le pubblicazioni delle fotografie del minore dell’omicidio di Vetralla

omicidio di vetralla

Purtroppo è notizia di questi giorni l’uccisione di un minore da parte del padre nei dintorni di Vetralla, in provincia di Viterbo.

Senza voler scendere nei dettagli del tragico gesto, l’Autorità Garante della Privacy, a seguito di controlli effettuati su testate giornalistiche anche on line, ha rilevato una palese violazione del diritto all’immagine del minore medesimo, nonchè la violazione della privacy di quest’ultimo, anche se deceduto.

Difatti, l’Italia, a differenza degli altri Paesi dell’Unione Europea, ha attuato una tutela rafforzata concernente la privacy delle persone decedute e nel caso di specie, trattandosi di minore, la normativa deve essere letta in combinato disposto con la Carta di Treviso alle cui statuizioni i giornalisti hanno l’obbligo deontologico di attenersi.

LEGGI ANCHE: La privacy delle persone decedute: l’Italia sceglie una tutela rafforzata

Si legge testualmente nel comunicato del 17.11.2021: “[…] Di fronte alla perdurante prassi di pubblicare foto in chiaro di minori coinvolti in fatti di cronaca, il Garante per la privacy ritiene doveroso richiamare gli organi di stampa, i siti di informazione e i social media, al rispetto delle regole deontologiche nell’esercizio dell’attività giornalistica e della Carta di Treviso, che prevedono tutele e garanzie rafforzate per i più piccoli.

Tali tutele impongono che – pur in presenza di fatti di interesse pubblico, com’è sicuramente la tragica vicenda del bimbo ucciso, e nella salvaguardia del diritto/dovere di informare la collettività – i giornalisti si astengano dal diffondere dati personali e dettagli eccedenti che rendano il minore identificabile, in particolare foto e immagini.

L’Autorità invita dunque i media e i social network a non diffondere ulteriormente la foto del bimbo o a premurarsi di oscurarla, riservandosi eventuali interventi di sua competenza nei confronti delle testate che hanno violato le regole deontologiche“.