Dal 15 ottobre entra in vigore l’obbligo del green pass a lavoro anche per il privato e non solo per i dipendenti.

Dal 15 ottobre si potrà lavorare anche nel privato solo se in possesso del green pass, di un tampone recente o comunque di una certificazione che attesti di aver contratto il covid-19 da non più di sei mesi.
Dopo l’obbligatorietà nel pubblico, viene prevista anche nel privato.
A chi è rivolto tale obbligo?
L’obbligo di avere le certificazioni di cui sopra varrà non solo per i lavoratori dipendenti, ma anche per i liberi professionisti che si recano a lavoro.
Nello specifico è stato indicato che “il libero professionista quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa viene controllato dai soggetti previsti dal decreto legge n. 127 del 2021. Il titolare dell’azienda che opera al suo interno viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda”.
Gli autonomi e i liberi professionisti dovranno quindi esibire il green pass solo ed esclusivamente se entrano in “luoghi di lavoro”.
Non vi sarà invece per coloro che svolgono smart working.
Come si metterà in pratica?
E’ il datore di lavoro che deve assicurare l’accesso in azienda solo ai lavoratori con il green pass, ed è quindi il datore di lavoro che dovrà effettuare i dovuti controlli costituendo una sua precisa responsabilità.
Sembra però che suddetti verranno demandati a uno dei dipendenti interni alle aziende e che verrà istituita una nuova applicazione per dispositivi mobili al fine di velocizzare le operazioni.
Sono comunque previste sanzioni sia per i lavoratori che entrano nel luogo di lavoro senza le certificazioni di cui sopra, sia per le aziende che non effettuano i controlli.
Si resta in attesa delle precipue disposizioni.