L’insegnante di Corigliano che si è vista accusata di assenteismo e incompetenza “vince” in Tribunale e chiede offerta per la scuola
La cronaca ci ha reso oggi partecipi di una vicenda giudiziale che ha coinvolto una docente di Corigliano per fatti che risalgono al 2017. La vicenda ha origine quando un gruppo di genitori ha contestato un’insegnante di scuola primaria sotto il profilo della competenza professionale, mettendo in discussione la sua preparazione nell’insegnare l‘inglese, ma anche per il suo “assenteismo”. Avendo questo gruppo di genitori esposto le remore per iscritto al Dirigente Scolastico e all’assessore del comune dopo tuttavia aver a lungo scambiato pareri circa la questione via whatsapp e finanche conivolgendo gli alunni La maestra in risposta si era rivolta ad un legale e aveva querelato i firmatari.
L’insegnante di Corigliano ha adito il Giudice di Pace
La competenza
La vicenda giudiziale si era pertanto svolta davanti Giudice di Pace, che si è occupato di raccogliere le testimonianze dalle quali emergeva la consolidata stima e considerazione della quale la docente stessa godeva nell’ambito della scuola ove svolgeva da tempo regolarmente la sua professione in totale collaborazione con colleghi e rappresentanti istituzionali. Pertanto ne veniva evidenziata la competenza dimostrando non solo della falsità di quanto indicato nella lettera, ma anche il ruolo di referente nel suo ambito al fine di costituire un punto di riferimento anche per altri colleghi.
L’assenteismo
Per le assenze è stato documentalmente dimostrato come si trattasse di assenze pienamente giustificate da motivi di salute prima dell’anziana madre, malattia a seguito della quale è deceduta e successivamente della stessa insegnante. E’ stato messo in rilievo che l’azione diffamatoria abbia colpito la docente proprio nel momento di patimento delle malattie sopra richiamate e pertanto aggiungendo sofferenza e adducendo la necessità di difendersi dall’ingiusta accusa ed esposizione.
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La conclusione: il giudice obbliga i genitori a risarcire l’insegnante
Alla fine del processo, a seguito delle deposizioni dei testimoni delle parti, alcuni dei genitori accusati presenti in udienza, si sono pertanto scusati dopo aver appreso la realtà dei fatti come emersa in giudizio, offrendosi di sostenere integralmente le spese legali dell’insegnante. La maestra, preso atto delle scuse, ha però rinunciato al risarcimento in denaro per se stessa a patto che si elargisse un’offerta alla scuola ove si sono svolti i fatti, finalizzata all’acquisto di materiale didattico per l’insegnamento della lingua inglese.