Responsabilità genitoriale: attenzione all’uso dei cellulari dei minori

Se il padre concede l’uso del cellulare senza controllare? Attenzione l’altro genitore può portarlo in Tribunale

La sentenza Cassazione Civile, con l’ordinanza n. 25340/2021  ricopre particolare rilevanza non tanto per quanto riguarda la decisione di riprendere il giudizio per via di una mancata nomina del curatore speciale a tutela degli interessi del minore, ma per il merito, che porta in tribunale una attualissima tematica che riguarda i minori e che diviene scottante quando gli stessi sono in regime di affidamento condiviso tra genitori separati.

Il padre non controlla l’uso del cellulare del figlio

Una madre ricorrreva al Tribunale dei minori, chiedendo che le visite al figlio del suo ex marito avvengano in sua presenza e presso la sua abitazione, a causa della scarsa affidabilità dell’uomo. Costui avrebbe infatti regalato al figlio un cellulare insegnandogli a navigare su Internet, ma senza controllarlo adeguatamente. Il Tribunale dei minori accoglieva le domande della madre, disponendo la sospensione dalla responsabilità genitoriale per il padre: incaricava inoltre un consulente di effettuare una valutazione sui componenti della famiglia e ordinava agli assistenti sociali di definire tempi e modi di vista del padre, con l’obbligo di segnalare eventuali condotte negligenti o arrecanti pregiudizio all’interesse del minore dell’uomo.

Il padre ricorre in Appello e in Cassazione

Il padre,  ricorre in Cassazione dopo aver ricevuto risposta dall’Appello dichiarativa di inammissibilità della domanda: la Suprema Corte, accoglie il primo motivo, dichiara assorbito il secondo e rinvia alla Corte di Appello. Questa decide con decreto, che viene impugnato davanti alla Corte di Cassazione innanzi alla quale il ricorrente contesta come la Corte di Appello non abbia risposto alle doglianze relative alla mancata dichiarazione di nullità del procedimanto per la mancata nomina del curatore speciale come previsto dall’art. 78 comma 2 c.p.c. in caso di conflitto tra rappresentato e rappresentante.

LEGGI ANCHE: Collocamento minori: la madre permissiva non tutela l’interesse

La Cassazione da ragione al padre ma non sul cellulare

La Cassazione accoglie il ricorso perché manifestamente fondato. Secondo gli Ermellini infatti, la Corte di Appello non si è uniformata a quanto da essa stabilito nel provvedimento di rinvio, dimostrando in questo modo di non avere compreso il contenuto dell’ordinanza, in cui si afferma che il procedimento si è concluso con la sospensione del padre dall’esercizio della responsabilità genitoriale e che il decreto presentava un carattere decisorio.
Ne discendeva l’errata decisione della Corte di Appello, che ha invece ritenuto il provvedimento provvisorio perché adottato nella fase iniziale del procedimento e perché lo stesso sembrava finalizzato solo a risolvere il conflitto relativo alle visite del padre. Si cassa anche la parte della decisione in cui la Corte di appello sostiene che il giudizio è stato trasformato in giudizio de potestate d’ufficio, potendo agire in tale senso solo i genitori, i parenti e il PM. Infine si rileva che la Corte d’appello doveva provvedere alla nomina di un curatore come previsto nei giudizi limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale. La mancanza, determina la nullità del procedimento in sede d’impugnazione con conseguente rinvio al primo giudice per integrare il contraddittorio.