Un ristoratore deve rendere adeguata informativa in merito ai prodotti surgelati in menù se non vuole compiere una frode in commercio
Con la sentenza numero 38793/2018, gli ermellini adottano un importante orientamento giurisprudenziale: nel menù di un esercizio di ristorazione deve essere contenuto l’avviso che alcuni prodotti possono essere surgelati e obbligatoriamente l’informativa che rimanda al personale di sala in caso di bisogno di ulteriori informazioni.
Informativa corretta in materia
L’utilizzo di prodotti surgelati in origine o congelati nelle cucine del ristorante va portato a conoscenza dei clienti con particolari accorgimenti di perizia. Con l’utilizzo pertanto di asterischi o ad apposite avvertenze scritte in grassetto prima dell’elenco dei cibi, si può segnalare il trattamento dei cibi in questione in modo che l’informazione resa sia esaustiva. Nel richiamato caso, i giudici specificano che si sarebbe potuto codificare la regola per la quale il personale di sala avrebbe dovuto specificare autonomamente, ad ogni ordinazione, se il prodotto prescelto era o meno fresco.
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Elemento soggettivo del reato di frode in commercio
Nella sentenza al fine di rinvenire il dolo generico richiesto per la configurazione del reato di frode in commercio veniva evidenziato che:
- l’informazione tramite il menù non era adeguata per la conformazione grafica che non attirava adeguatamente l’attenzione;
- i prezzi dei prodotti e il locale che mostrava caratteristiche di categoria superiore induceva a ritenere che il prodotto fosse fresco;
- veniva rifornita la materia prima in quantità non sufficienti a soddisfare la domanda;
- il personale di sala non era stato adeguatamente istruito sulle informative da fornire agli avventori;
- durante l’ispezione, non erano stati rinvenuti prodotti freschi analoghi a quelli congelati o surgelati custoditi nelle celle frigorifere.