Smart glasses: un occhio alla privacy è necessario

Gli Smart glasses o occhiali intelligenti provocano preoccupazioni in materia di privacy anche perché con la continua evoluzione della tecnologia ci vuole tempo per scoprire tutti i modi in cui può essere vulnerabile a usi dannosi.

smart glasses

Quali possono essere i rischi per la privacy?

Gli occhiali intelligenti possono essere utilizzati per registrare audio e video, fare foto, ascoltare musica.
I Google Glass ad esempio anni fa erano stati pensati per i consumatori, ma poi sono stati utilizzati in azienda per consentire ai lavoratori di verificare velocemente ad esempio le scorte di magazzino, o lo stato di macchinari.
I rischi per la privacy non sono solo quelli per chi si trova di fronte alla telecamera degli smart glasses, ma anche per gli utilizzatori. Ciò in quanto possono vedere virtualmente tutto ciò che vede l’utilizzatore così da rendere vulnerabili le proprie informazioni personali, e registrare le posizioni dell’utente, creando una lacuna alla sicurezza della privacy.
Potrebbero essere bersaglio anche dei criminali informatici.

Il Garante per la Privacy sull’utilizzo degli smart glasses Ray-Ban Stories

Il Garante per la Privacy, ha incontrato i rappresentanti di Facebook e Luxottica, produttori degli smart glasses Ray- Ban Stories. L’incontro aveva la finalità  di approfondire le implicazioni per la riservatezza delle persone legate al loro utilizzo.
In considerazione del fatto che gli occhiali in questione sono dotati di funzionalità “Facebook View”, che permette la registrazione audio e video.
Come si legge sul sito del Garante le aziende si sono rese disponibili ad avviare, in collaborazione con l’Autorità, iniziative di informazione e sensibilizzazione per un uso responsabile del prodotto.

smart glasses

LEGGI ANCHE: Foto sui social senza il nostro consenso: tutela del Garante della Privacy

Procedura formale

Il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto all’Autorità Garante irlandese  di sollecitare Facebook affinché risponda ad una serie di quesiti prima della commercializzazione degli occhiali sul mercato italiano.
La finalità del Garante è quella di acquisire elementi ai fini di una valutazione della effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy.
Nello specifico ha chiesto:

  • di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali;
  • le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori;
  • gli eventuali sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti;
  •  le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali.
    Facebook ha comunicato, di avere già inviato all’Autorità Garante irlandese (DPC) le risposte alle domande poste dal Garante, al fine di esaminare la situazione.