È recente la notizia per cui le acque del nucleare di Fukushima saranno riversate nell’oceano: sono veramente acque radioattive?
La notizia
Ha suscitato scalpore e perplessità la notizia per cui il governo giapponese riverserà nell’oceano le acque usate per il raffreddamento dei reattori della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, come noto devastati dal terremoto e dallo tsunami del 2011.
Il problema sorge per la necessità di raffreddare costantemente il nocciolo fuso dei reattori con l’acqua, che inevitabilmente si contamina e deve essere poi stoccata.
Fino ad ora l’acqua stoccata è stata conservare all’interno di apposite cisterne, ma lo spazio è in via di esaurimento, pertanto è necessario intervenire per lo smaltimento.
Ma la domanda che ci si pone è: le acque sono veramente contaminate?
Inevitabilmente le acque di cui trattasi sono contaminate, tuttavia, secondo quanto riferito dalla società che gestisce l’impianto, sono acque soggette ad un processo di depurazione e decontaminazione all’esito del quale residuerebbe principalmente il trizio, un isotopo dell’idrogeno debolmente radioattivo e con un tempo di dimezzamento di poco più di 12 anni.
Altri isotopi residui nell’acqua di Fukushima, sebbene pericolosi, sarebbero comunque in concentrazioni così basse da non aggravare il livello radioattivo dell’oceano, o comunque non più di quanto non lo fosse con il reattore in funzione.
Secondo gli studi dunque, l’acqua, per quanto contaminata, non dovrebbe creare problemi né danneggiare l’ecosistema e gli organismi viventi.
Le legislazioni
Per quanto riguarda il nucleare non si può parlare di un’unica legislazione internazionale, infatti, ciascuna nazione adotta la propria legislazione.
Diversamente per quanto concerne invece lo specifico elemento dell’acqua potabile, si ha univocità per il limite OMS che è pari a 10.000 Bq/l (Becquerel, unità di misura del Sistema Internazionale per misurare il numero di decadimenti in 1 secondo in un materiale), considerato come limite massimo.
Ebbene, secondo gli studi, le acque di Fukushima riversate nell’oceano, determinerebbero una contaminazione con un fattore di diluizione modesto, ben al di sotto dei valori OMS, tanto che l’acqua sarebbe considerata potabile per molte legislazioni mondiali.
LEGGI ANCHE: Detriti da costruzione: rifiuti speciali e particolare tenuità
In Italia ed in Europa il limite è fissato a 100 Bq/l e la normativa di riferimento è costituita dal decreto legislativo n. 31/01 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano” che prevede esplicitamente e per la prima volta, l’obbligo di verificare il contenuto nelle acque di sostanze radioattive di origine sia naturale che artificiale.
La raccomandazione della Commissione Europea 2000/473/Euratom prevede inoltre, per le acque potabili, il controllo della radioattività nell’acqua derivata dai più importanti bacini sotterranei e di scorrimento, nonché dalle principali reti di distribuzione.