La Cannabis ad uso terapeutico: patologie e norme

La cannabis da alcuni anni è sempre più utilizzata in campo sanitario con finalità terapeutiche per alcune patologie

Le patologie

La cannabis si è rivelata un valido alleato per le persone che soffrono di alcune importanti malattie, sia per alleviarne il dolore, sia per alleviarne i sintomi.

Vediamo quali sono alcune delle patologie più importanti che possono beneficiare dell’uso della cannabis ed in che modo si svolge l’azione:

Sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale: efficacia su dolore e spasticità muscolare

Fibromialgia o patologie con inefficacia dei trattamenti antinfiammatori non steroidei, cortisonici e oppioidi: dolore cronico

Chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV: Nausea e vomito

Anoressia, cachessia: appetito e regolazione del peso

Effetto ipotensivo del glaucoma: pressione intraoculare

Sindrome di Gilles de la Tourette: movimenti involontari del corpo e facciali

L’uso e la normativa

L’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico in Italia è stato ufficializzato nel 2007 quando il Tetraidroccanabinolo, meglio noto come THC, è stato inserito nella lista delle sostanze stupefacenti utilizzabili per la fabbricazione di medicinali.

Inizialmente però la normativa consentiva esclusivamente l’utilizzo di THC puro ottenuto in laboratori farmaceutici, ma non la Cannabis come pianta.

La svolta è avvenuta con il DM del 23.01.2013, il quale ha definito per la prima volta i “medicinali stupefacenti di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture)” consacrando definitivamente l’uso legale della Cannabis in Italia tra le sostanze stupefacenti utilizzabili per la preparazione di farmaci.

Ai fini terapeutici però, il Ministero ha chiarito che “l’uso medico della Cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico”.

La prescrizione di Cannabis Medicinale (CM) a pagamento, generalmente non costituisce un grande problema ed è prescrivibile per qualsiasi patologia per la quale esista un minimo di letteratura scientifica accreditata.

Più difficoltosa è invece la prescrizione di Cannabis Medicinale (CM) a carico del Sistema Sanitario Regionale (SSR), in tal caso infatti, la prescrizione è “per le sole indicazioni terapeutiche che la Regione ha accreditato come riconosciute”.

In ogni caso, sarà il medico curante che dovrà valutare il quadro complessivo del paziente, nonché i rischi e i benefici che potrebbero derivare dalla somministrazione della CM.

Gli utilizzi riconosciuti dal DM 9/11/2015 per la prescrizione gratuita a carico del SSR sono: Sclerosi Multipla, dolore oncologico e cronico, cachessia (in anoressia, HIV, chemioterapia), vomito e inappetenza da chemioterapici, glaucoma, Sindrome di Tourette.

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In tali casi, l’uso medico della Cannabis è raccomandato esclusivamente qualora “I trattamenti standard non abbiano prodotto gli effetti desiderati, o abbiano provocato effetti secondari non tollerabili, o necessitano di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali.”

Si precisa che la normativa regionale non è uniforme in Italia in quanto ogni regione ha dettato le proprie normative in maniera indipendente sulla rimborsabilità della Cannabis.