Azione di rivendica e di restituzione: Malgrado non sembri perché mirano ambedue ad ottenere un bene, vi è una chiara differenza

Qual è la differenza?
Infatti, mentre la prima ha il fine di ottenere la condanna al rilascio del bene da chi ne abbia la disponibilità non avendone alcun titolo, la seconda presuppone che il titolo, almeno in precedenza, vi sia stato.
Un esempio?
Ciò significa che, nel caso in cui un terzo occupi ad esempio il nostro terreno senza alcun titolo, magari ai fini dell’usucapione, allora sarà necessaria l’azione di rivendica, con tutte le difficoltà del caso. Diversamente, nel caso in cui il titolo sia venuto meno perché, ad esempio, scaduto – un contratto terminato – si dovrà instaurare un giudizio restitutorio.

La Corte di Cassazione si è più volte espressa relativamente alla distinzione tra le due azioni ed alla necessità dell’una o dell’altra. Attenzione, è il Giudice che qualifica l’azione, ma si deve stare attenti poiché qualora sia necessaria l’azione di rivendica ed il Giudice così la pensi, l’onere della prova dell’attore sarà molto più pesante. Infatti, quest’ultimo invece di dover dimostrare la mera roprietà del bene, dovrà dare seguito alla c.d. “probatio diabolica” e quindi dimostrare la legittimità della proprietà ossia il passaggio di quest’ultima nell’ultimo ventennio.
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Cosa dice in merito la Corte di Cassazione?
Sulla scorta di tale precisazione, la Corte ha altresì ricordato che “l’azione personale di restituzione è destinata a ottenere l’adempimento dell’obbligazione di ritrasferire una cosa che è stata in precedenza volontariamente trasmessa dall’attore al convenuto, in forza di negozi quali la locazione, il comodato, il deposito e così via, che non presuppongono necessariamente nel tradens la qualità di proprietario. Essa si distingue dall’azione di rivendicazione, con la quale il proprietario chiede la condanna al rilascio o alla consegna nei confronti di chi dispone di fatto del bene nell’assenza anche originaria di ogni titolo..” (Cass. n. 25052/2018).
Perché tale differenza?
Infatti, sempre secondo tale Corte di Cassazione, “..in caso di rivendicazione il fondamento della domanda risiede non in un rapporto obbligatorio personale inter partes, ma nel diritto di proprietà tutelato erga omnes, del quale occorre quindi che venga data la piena dimostrazione, mediante la probatio diabolica….”