Le mucche sono fonte di inquinamento: vediamo se è vero

Molte persone sorrideranno all’idea dell’inquinamento causato dai peti delle mucche, eppure il problema è serio

C’è poco da ridere!

L’argomento può destare ilarità, tuttavia il problema dell’inquinamento causato dal bestiame bovino è davvero serio, tanto da avere sollevato delle importanti proteste in alcuni paesi in cui la presenza di tali animali in allevamento è molto alta, come la California, in cui ci sono costantemente più di 300.000 capi da allevamento.

È dunque vero che i gas espulsi delle mucche attraverso i peti e gli escrementi inquinano più delle emissioni di gas delle automobili? La risposta è si.

La spiegazione di tale fenomeno è la seguente: il bestiame rilascia metano attraverso i microorganismi che sono coinvolti nel processo di digestione animale (fermentazione enterica), e protossido di azoto attraverso la decomposizione del letame, tali sostanze sono quindi ricche di ammoniaca e altri composti di azoto, dall’ammoniaca (NH3), si formano poi particelle piccole e volatili, come il nitrato di ammonio (NH4NO3), che fa parte della famiglia dei nitrati, tra i peggiori componenti dello smog, inoltre, il metano è un gas serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica, anche se rimane meno a lungo in atmosfera.

Ovviamente, al problema dell’inquinamento da deiezioni animali, si deve aggiungere il problema dell’inquinamento derivante dagli allevamenti.

La carne rossa infatti, richiede terreno 11 volte di più rispetto a polli e maiali, e rispetto a questi ultimi produce cinque volte tanto i gas serra, inoltre, non è da sottovalutare il consumo delle risorse idriche, ossia il consumo di acqua necessario a ricavare la carne che mangiamo. Si consideri che il 70% dell’acqua dolce a disposizione dei terrestri è impiegato in agricoltura, anche per coltivare alimenti destinati a nutrire gli animali che mangiamo.

Per tali motivi, da alcuni anni ci sono delle campagne di sensibilizzazione alla riduzione del consumo di carne rossa, a favore di quello di carne bianca e cereali, frutta e verdura di stagione, in modo da ridurre di molto l’impatto ambientale.

Inoltre, alcune aziende, stanno provando a produrre la carne in laboratorio a partire da cellule prelevate dal muscolo degli animali, cellule che vengono “coltivate” in laboratorio in mix di sostanze nutrienti. Altre aziende stanno invece sperimentando l’uso di altri animali, insoliti per la cultura occidentale, come scorpioni, locuste, cavallette, per produrre diverse tipologie farine o altri alimenti proteici.

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Non si deve poi dimenticare il grande sistema delle biomasse, già avviato ma ancora in fase di sviluppo e crescita.

Purtroppo, la fetta più importante di gas serra è legata proprio all’allevamento animale, responsabile da solo del 15% delle emissioni globali dovute all’attività dell’uomo.