Nuova Caporetto per le contestazioni dell’obbligo di Green pass: il Consiglio di Stato respinge le doglianze e conferma gli obblighi nella scuola
Sull’asprissimo fronte No Vax, continua la guerra al Green pass che ha sollevato moltitudini di cittadini, associazioni in difesa delle persone e di categorie e sindacati che intervengono nella sua imposizione nel mondo del lavoro. In merito è stata sottoposta la questione scuola al vaglio del Tar del Lazio, che dichiara inammissibile il ricorso per l’annullamento e la disapplicazione dell’obbligo del greenpass per studenti e insegnanti previsto dal rientro in classe di settembre 2021. Precisamente il TAR, con decreto n. 4453 del 24 agosto 2021, afferma che la natura dell’atto impugnato, essendo una fonte normativa primaria, determina l’inammissibilità del ricorso, non consentendo l’ordinamento, in virtù del principio di separazione dei poteri, l’impugnazione diretta di atti aventi forza di legge. E’ una sentenza del Consiglio di Stato che tuttavia statuisce sulla legittimità della carta verde. Lo stesso infatti ha emesso sentenza circa un ricorso che impugnava il Green pass europeo. Il Consiglio ha eliminato qualunque ipotesi di annullamento, da momento che è stato definito un provvedimento non solo non eludibile in quanto definito a livello europeo, ma che ha un efficace ruolo nel contenimento del COVID-19.
Orientamento dell’Europa
Nello specifico in verità, il provvedimento si pronuncia circa l’introduzione del Green pass europeo e la ricezione in intervento legislativo da parte dell’Italia, che risulta tuttavia attaccare proprio la reale tesi sostenuta dai battaglieri No Green pass, ovvero la contrapposizione tra indicazioni europee e attuazioni italiane.
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Il Green pass rispetta la privacy
La principale doglianza in materia di illegittimità inoltre sembra fondarsi per i contestatori sulla presunta illegittimità del Green pass per assenza di piena tutela della privacy. Chiara la risposta a riguardo dei giudici: “le prescrizioni stabilite dal Garante per la riservatezza dei dati personali mantengono la loro efficacia nei confronti delle misure applicative di copertura dell’autorità sanitaria nazionale cui spetta il coordinamento delle iniziative occorrenti”. Privacy salva dunque e nuova sconfitta. Ma la lotta sembra continuare.