Le attività di sfruttamento degli animali da parte di associazioni criminali costituiscono le c.d. Zoomafie
La definizione
Da almeno due decenni è indicato con il termine di zoomafia l’insieme delle attività malavitose volte allo sfruttamento degli animali per fini economici e di controllo del territorio.
La zoomafia altro non è che uno dei rami delle molteplici attività criminali delle cosche, che si estrinseca mediante le Corse clandestine di cavalli, il traffico internazionale di cuccioli e animali via internet, i combattimenti tra animali, le truffe nell’ippica, il business dei canili, il contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, le macellazioni clandestine e l’abigeato, la pesca di frodo e l’illegalità nel comparto ittico, l’uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga e la zoocriminalità minorile.
Inoltre, tra le illegalità negli allevamenti e nel commercio di alimenti di origine animale, si aggiungono reati come il doping, l’uccisione e maltrattamento di animali, la frode in commercio, il pascolo abusivo, la contraffazione di marchi, il commercio di alimenti nocivi, la percezione illecita di fondi pubblici
Ogni anno, in riferimento alla zoomafia, viene fornito un rapporto aggiornato dall’osservatorio Zoomafia della Lav (Lega Anti Vivisezione), che da sempre opera attivamente a tutela degli animali con un costante monitoraggio dei fenomeni presenti in Italia.
Purtroppo, secondo l’osservatorio, la recente elaborazione dei dati delle Procure ha confermato la sostanziale stabilità dell’andamento dei crimini contro gli animali relativi al numero totale dei procedimenti penali del 2019.
Inoltre, dall’analisi dei crimini contro gli animali consumati in Italia, risulta che il reato più contestato sia quello di maltrattamento degli animali, cui seguono uccisione, reati venatori, abbandono, traffico di cuccioli, combattimenti e competizioni non autorizzati.
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Quanto alla diffusione geografica, nel 2019 la provincia di Brescia ha riportato il triste primato di città con più reati contro gli animali, ciò in conseguenza della diffusa pratica del bracconaggio, cioè la caccia di frodo, ovvero l’esercizio dell’attività venatoria in violazione della legge vigente.