Partita Iva: Il reddito derivante da pensione non è ostacolo per l’apertura di una partita IVA, anche con il regime forfettario
I redditi da pensione di vecchiaia, di anzianità ed anticipata non precludono l’apertura di una partita IVA mentre esistono limiti, anche se parziali, in caso di pensioni ed assegni di invalidità entro determinate fasce reddituali. Diverso discorso per chi percepisce pensione di inabilità: il reddito derivante dalla percezione di questa pensione è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa poiché si presuppone che il soggetto sia inabile al lavoro.
Il problema principale dei pensionati che decidono di continuare a lavorare aprendo partita IVA con il regime fiscale ordinario riguarda la somma dei due redditi ai fini IRPEF. Spesso, infatti, le imposte da pagare sono molto elevate rispetto al reddito conseguito e questo ovviamente rende l’attività autonoma meno appetibile.
Per ovviare a tale problema è possibile aderire al regime forfettario per mezzo del quale i due redditi non si cumulano. Più nello specifico, il reddito di
- lavoro autonomo sarà assoggettato a un’imposta sostitutiva del 5% o del 15%
- pensione continuerà a essere assoggettato IRPEF
Tuttavia, fino al 2018 i pensionati che aprivano partita IVA potevano optare per il regime forfettario solo se il reddito di pensione era inferiore a 30.000 euro annui. Con la Legge di Stabilità 2019 anche questo problema è stato superato con l’abolizione del limite di reddito dei 30.000 euro per aderire al regime forfettario. La legge di Bilancio 2020 ha nuovamente rivisto le cause di esclusione dal regime forfetario reintroducendo, quale causa di esclusione dal regime la percezione, nell’anno precedente, di redditi di lavoro dipendente ed assimilati (compresi i redditi da pensione) eccedenti l’importo di euro 30.000.
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I contributi INPS sono dovuti anche dal pensionato che apre partita IVA, seppur in misura ridotta; essi variano se trattasi di libero professionista o ditta individuale. Vediamo come funziona nel dettaglio.
- Pensionato libero professionista senza cassa. Deve iscriversi alla gestione separata dell’INPS versando i contributi in percentuale con un’aliquota del 24%.
- Pensionato ditta individuale. Deve iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS versando i contributi fissi sul reddito minimale pari a 3.777,84 euro. Quando il pensionato adotta il regime forfettario, è prevista la possibilità di richiedere la riduzione del 35% dei contributi dovuti alla Gestione Commercianti INPS. Per effetto della riduzione, l’importo dei contributi fissi da versare passa da 3.777,64 euro a 2.458,20 euro annui.
I pensionati ultra-sessantacinquenni che si avvalgono del regime agevolato forfettario beneficiando già della riduzione del 35% e delle agevolazioni fiscali relative all’aliquota (5% o 15%). Non possono, quindi, usufruire del beneficio che permette di ridurre il loro versamento dei contributi del 50%.