La violenza economica prende piede tra le mura domestiche. L’importante per uscirne è riconoscerla. Ecco le dinamiche tipiche e come reagire.
La violenza domestica torna ad essere tristemente una piaga sulla quale mantenere sempre viva la propria attenzione. La fase pandemica, tuttora caratterizzata da singhiozzanti chiusure delle attività lavorative, nonché di periodici confinamenti presso il proprio domicilio abituale, acutizzano situazioni latenti e cronicizzano situazioni radicate di violenza fisica e psicologica già esistenti.
Si è parlato molto degli sforzi che sono stati fatti al fine di supportare, anche in emergenza, le donne incastrate in una situazione di criticità e rischio, anche con l’ impulso di molte associazioni che operano nel settore, attivando protocolli straordinari di allerta ad esempio (ad esempio un codice codificato gestuale come richiesta di aiuto immediato sviluppato dal Canadian Woman’s Foundation insieme alla Women’s Funding Network, a disposizione di tutti operatori sanitari e forze dell’ ordine e del Servizio Pubblico Antiviolenza promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che risponde al numero 1522 24 ore su 24).
Ma cosa accade se ad esempio la violenza subita è di una tipologia molto subdola, che si coniuga con quella psicologica, che vede il reiterato tentativo di soggezione psicologica tramite lo strumento economico? E come la condizione può diventare piu’ severa a seguito della crisi economica e della perdita di lavoro legata al periodo pandemico?
I numeri della violenza economica
L’indagine statistica dell’ Istat rileva a Dicembre 2020 che il 98% di coloro che hanno tristemente subito la perdita del lavoro in periodo di emergenza sanitaria è donna.
Mentre se parliamo di violenza domestica più in generale, da marzo a giugno del 2020, gli accessi per richieste di aiuto per se o per gli altri, attraverso il numero 1522, del Servizio Pubblico Antiviolenza, relative a violenze domestiche e stalking, sono aumentate del +119% rispetto ai dati disponibili sullo stesso periodo del 2019 (dati ISTAT).
La crescita è aumentata soprattutto relativamente ai casi di violenza domestica, rispetto alle 2.251 chiamate raccolte dal 1522 nel 2019 per questa casistica, nel 2020 gli accessi calcolati sono stati 5.016.
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Sono dati che ci fanno riflettere. E nel piu’ ampio contesto della violenza domestica, il drammatico gioco della violenza economica rischia di avere nutrimento da questo disastro causato dalla pandemia. Si parla di quella pratica ove l’uomo all’ interno di una famiglia esercita sulla donna una vera e propria “prepotenza economica”, usando il danaro come strumento di “concessione” che seguita ad un atteggiamento di sudditanza che viene preteso dalla donna. Punta a creare una dipendenza totale legata al denaro necessario sia al sostentamento sia ai bisogni secondari. Utilizza mezzi come la negazione di un conto corrente proprio della donna, o solo nominalmente a lei intestato ma non a lei disponibile, preferendo così elargire il danaro da lui stabilito periodicamente, controllando così sempre le uscite, spesso scoraggiando il rendersi indipendente economicamente della stessa compagna, invitandola a rifiutare eventuali opportunità, facendo anche leva sulle insicurezze della stessa, sottolineandole che non sarebbe capace di vivere serenamente senza i mezzi da lui elargiti.
E allora, se queste situazioni sono attualmente una trappola per molte donne, dalla quale è difficile uscire, cosa potrà accadere ora che questa crisi ha svantaggiato ulteriormente le donne indipendenti economicamente, abbattendosi in più su di loro ogni onere della famiglia?
Occorrono a questo proposito progetti istituzionali, che inseriscano le donne in un percorso di professionalizzazione, stage retribuiti e progetti di reinserimento nel mondo del lavoro anche in età più avanzata. Occorre quindi incentivare i datori di lavoro ad accogliere e collaborare con queste iniziative e questi progetti, così che le Associazioni, che sono il primo contatto di accoglienza per queste situazioni di criticità, possano contare su percorsi seri e già consolidati nei quali istradare le donne in cerca di una via di uscita e di rinascita.