UE, arriva la legge per eliminare le gabbie in allevamento

La Commissaria alla Salute dell’U.E. Stella KyriaKides annuncia che una normativa che vieta l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti 

Annunciata la svolta: scelte più rispettose e sostenibili

L’annuncio tanto atteso dalle associazioni animaliste e non solo è arrivato. L’ U.E. prende in mano la situazione che ormai si discuteva da tempo degli allevamenti degli animali come ovini, suini e bovini. Per questi animali era ormai diffuso l’utilizzo indiscriminato  di gabbie, catene e spazi angusti costituiva ormai una pratica oltre che crudele improntata su un concetto obsoleto di allevamento in stato di abbandono degli animali stessi, realizzato attraverso una collocazione del bestiame in costrizione totale, relegato ad una sopravvivenza caratterizzata da agonia e sofferenza, anche rischiosa sotto il profilo della qualità e della sicurezza degli alimenti umani prodotti in questa filiera e della sostenibilità per l’ ambiente.

L’Europa contro le gabbie

Il si del Parlamento Europeo è arrivato ad inizio Giugno, quando con 558 si, 85 astenuti e soli 37 contrari, si è deciso che entro il 2023 la Commissione alla Salute dovrà elaborare e presentare una proposta che elimini le gabbie in favore di innovative soluzioni che sposino un bisogno di sostenibilità per l’ ambiente e l’ ecosistema e sposando un nuovo progetto che possa evitare la crudeltà.

LEGGI ANCHE: Attenzione: è reato la somministrazione agli animali di un vaccino vietato

Anche se ovviamente  le tempistiche per poter apprezzare un impianto normativo regolatore vero e proprio sono lunghe (si parla di 2027), il cammino intrapreso è vincolante per segnare il cambio di passo. L’iniziativa si origina da un impulso dei cittadini europei stessi.  Il tutto infatti parte dall’ iniziativa popolare che ha raccolto un milione e mezzo di firme. Il comitato che ha raggiunto questo obiettivo ambizioso è il “End the cage age”, composto da 170 associazioni con intenti promotori di diritti civili, animalisti ed ambientalisti, tra le quali se ne contano 21 italiane. La necessità comunque non nasce da sola, nei mesi precedenti si era assistito a movimenti che coinvolgevano anche rilevanti Aziende Italiane della filiera agroalimentare (ad esempio Ferrero), che si muovevano proprio per sostenere  il comitato “End the cage age”, forti anche dell’ appoggio della scienza, che si fa sentire tramite esponenti di alto profilo che sostengono la causa.

I lavori dell’U.E. verranno alla luce secondo il consueto iter legislativo previsto, che prevede un lavoro intensivo e coordinato tra Commissione per la salute, parlamento Europeo e Consiglio Europeo. Insomma è il caso di dire, una strada elaborata e in salita, ma che segna un cambio di passo importante, che ci fa comprendere l’importanza del rispetto dei meccanismi dell’ambiente e del nostro pianeta, ancor più alla luce di quanto accaduto con la pandemia di Coronavirus ed il rischio del quale la comunità scientifica avverte, che modificare lo sfruttamento intensivo dell’ ambiente e delle specie animali, ma soprattutto evitare la cattività  e lo sconvolgimento degli habitat per alcuni di queste, sia una priorità urgente da perseguire.